"La quota spropositata dei pochissimi che hanno un’influenza intellettuale è ancora più inquietante
della distribuzione iniqua della ricchezza."
(Nassim N. Taleb)

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Il disegno europeo

Ottobre 20th, 2012 · No Comments

Al di qua e al di là dell’Atlantico due professori universitari, filosofi e studiosi della questione politica, nell’osservare la deriva democratica dei rispettivi paesi sono giunti alle medesime conclusioni. A partire dalle quali, nell’osservare il sogno europeo, quello che si sta delineando assume le sembianze di un incubo. In altri termini, quand’è che un disegno, un progetto contenitore, diventa la camicia di forza del contenuto, dell’umanità che ne è la parte viva?

Michele Ciliberto, in ‘La democrazia dispotica‘ dimostra come negli ultimi decenni si è andato imponendo un “dispotismo democratico di tipo nuovo” manovrato dai media.
In questi anni, accanto a un “acuirsi delle diseguaglianze, una strutturale riduzione e livellamento verso il basso dei redditi popolari,” si è vista l’incapacità di operare in profondità – per il bene del paese. Mentre è andato affermandosi un modello di leadership di tipo carismatico teso a proiettare una condotta disinvolta verso le istituzioni e quei valori etici e sociali che dovrebbero rappresentare i pilastri di una società democratica. Tutto ciò è stato “reso possibile da una vera e propria egemonia culturale realizzata attraverso un uso massiccio e spregiudicato dei mezzi di informazione di massa … Con un rovesciamento sistematico di ‘apparenza’ e di ‘realtà’, di immaginazione e di essere reale, come vero e proprio strumento di governo e di dominio.”

Sheldom Wolin, in ‘Democrazia Spa‘ (Democracy incorporated. Managed Democracy and the Specter of Inverted Totalitarianism) si domanda come sia possibile che il potere economico privato, laico, cinico, materialista, si sia alleato con il cristianesimo evangelico? “Com’è possibile che Cristo e Mammona si siano messi d’accordo?” Strana la commistione tra i precetti evangelici (che la vita terrena è un “fenomeno transitorio”) e le visioni predatorie di matrice industriale e militare (che spogliano delle sue risorse il pianeta e lo inquinano).
Le dittature del XX secolo, caratterizzate da “leader sopra le righe”, furono dominate da personalità che si erano fatte da sé. Nel caso del totalitarismo rovesciato il leader “non è l’architettura del sistema ma il suo prodotto … George W. Bush è il figlio prediletto e malleabile del privilegio, dei rapporti d’affari”, la creazione dei maghi della propaganda e dei consulenti di partito.
Gli elettori, come i consumatori, sono diventati target; l’istruzione è gestita da organismi simili alle aziende; le gerarchie aziendali di comando sono strutturate come in un esercito. “L’ideologia del [nuovo] regime è il capitalismo, virtualmente indiscusso così come lo era la dottrina nazista nella Germania degli anni Trenta”. Le disparità di potere e di ricchezza, le forti sperequazioni nei compensi tra lavoratori e dirigenti sono conseguenze dirette della visione distorta della democrazia dominata dal mondo imprenditoriale. In altri termini “la diseguaglianza ha la meglio sull’egualitarismo democratico”. Il peso delle multinazionali, dalle risorse che superano quelle di molti paesi, si manifesta in patria (e all’estero) attraverso l’operato delle lobby e del mercato. Nel cosiddetto libero mercato si esercitano i poteri forti, prendono forma prezzi e salari, viene determinata e l’opulenza di pochi e “la povertà dei singoli, [viene deciso] il destino di interi quartieri, città, Stato e nazioni”.

Se tanto mi dà tanto, se la democrazia odierna è solo di facciata, se ha assunto connotazioni non dissimili dal totalitarismo e dal fascismo, se le decisioni vengono prese altrove e se le istituzioni sono diventate un inutile teatrino alle spese della collettività, se l’osservanza delle leggi vale solo per i grulli, se la politica è attraversata da parole vuote e se le parole servono a costruire inganni, fatte le debite proporzioni, il disegno europeo equivale alla realizzazione nipponica (durante il 2° conflitto mondiale) de “Il ponte sul fiume Kwai” (film diretto da David Lean, tratto dall’omonimo romanzo di Pierre Boulle).
Anche qui il progetto (EU) va portato avanti, a termine, a tutti i costi; si erge al di sopra delle persone; l’opera va salvaguardata in quanto tale; più che della gente, ciò che conta è la conquista dell’obiettivo, di stampo neoimperiale. I superburocrati di Bruxelles, i superMario, politici e funzionari pubblici, nelle vesti degli ufficiali inglesi, e noialtri irreggimentati nella manovalanza, spinti alla mera sopravvivenza, siamo tutti arruolati, coinvolti, protesi come dei forzati al rimodellamento della società moderna secondo l’imperante dottrina neoliberista.

Aprile 2012. Allarme sulla situazione dei minori in Grecia redatto dall’Unicef e dall’Università di Atene. Secondo l’indagine, «La condizione dell’infanzia in Grecia, 2012», in questo Paese sono ormai 439.000 i bambini che vivono al di sotto della soglia di povertà – malnutriti e in condizioni malsane – in famiglie che rappresentano il 20,1% del totale. (1)
Giugno 2012. “Per una volta, scrive Marcello Foa, Monti è stato sincero, ha dichiarato che lo scopo finale dell’attuale crisi è di creare un’unione politica europea. Non ha specificato come, ma per chi sa come funzionano certe logiche non è un mistero: le crisi, come ha ammesso … in una conferenza, servono a generare un’emergenza in nome della quale si impongono a popoli ed elettori norme che altrimenti accetterebbero difficilmente. Quando spingi, a parole, un Paese sul bordo del precipizio puoi ottenere quel che vuoi.” (2)
“Ci stanno uccidendo, deliberatamente: quella che sembra una crisi accidentale, Paolo Barnard la definisce ‘politica della carenza’. Un piano prestabilito: con nomi e cognomi, mandanti, moventi, procedure concordate. «Parlo di ciò che colpisce al cuore i diritti umani e la dignità umana riscattati dopo 5.000 anni di abietta schiavitù in Europa».” (3)
Ottobre 2012. I dati Eurostat 2011 indicano che il 27,2% dei bambini in Spagna vive al di sotto della soglia di povertà. Sulla base dei dati 2011 pubblicati da Eurostat, l’Unicef Spagna stima che circa 2.267.000 bambini vivono al di sotto della soglia di povertà nel paese. (4)
Di fronte a tanta sofferenza non sarebbe il caso di allentare la morsa del binomio rigidità-dirigismo di matrice EU?
Macché. La Regione Calabria si scontra con il governo per una legge regionale che favorisce la commercializzazione di prodotti agricoli a ‘chilometro zero’. Il Consiglio dei Ministri ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro questi provvedimenti. Ma le regole comunitarie, in materia, si spingono ben oltre: una direttiva comunitaria del 1998 stabilisce che la commercializzazione e lo scambio di sementi sono consentite soltanto alle ditte cosiddette ‘sementiere’ (vedi la Monsanto). Agli agricoltori è vietato il commercio delle loro sementi. (5) Oibò! Come è andato avanti il mondo rurale fino all’altro ieri? E’ come imporre a sacerdoti, cattolici, l’approvvigionamento di ostie e vino presso organizzazioni mussulmane; o viceversa.

Le élite, attraverso le corporazioni economiche, ci hanno imposto nuovi bisogni e assuefatto ad ondate di nuovi prodotti, che hanno sconvolto antichi valori ed esistenti modalità di vita. Le loro scuole di pensiero dettano mode (inclusi i ritmi di cambiamento delle stesse), rendendo obsoleti comportamenti e tradizioni che fondavano la loro ragione d’essere nel comune buon senso. Quante volte è accaduto che siamo caduti nella trappola degli abbagli collettivi? S’è visto, impunemente, sovvertire l’ordine naturale delle cose. Mamme convinte a nutrire i bambini, con latte in polvere, dove l’acqua era scarsa e malsana. Nonne purgare i nipoti anche quando non c’era bisogno. S’è visto tagliare appendiciti, strappare tonsille, perché inutili orpelli del corpo umano, perché così volevano le multinazionali farmaceutiche (dispensatrici di farmaci e di buoni consigli), così ripetevano i conferenzieri ai luminari della salute pubblica e privata, così si afferma/va ogni novità commerciabile. S’è visto convertire all’agricoltura industriale, intensiva, contadini che per secoli erano dediti a un’agricoltura di sussistenza, capace tuttavia di fornire cibo a sufficienza per la comunità; e le stesse popolazioni, migrare verso le bidonville, perché la modernità agricola produce/va in abbondanza per l’esportazione, ma insufficiente per sfamare i residenti.
L’elenco dei fatti e misfatti è lungo. Oggi lo spauracchio, di volta in volta, viene denominato Trattato di Maastricht, debito pubblico, bilancio di stabilità. Il panorama dei sacrifici imposti, nel presente quadro economico, difetta di sani principi. Sarebbe oltreché complesso, piuttosto maldestro addentrarsi nell’esame dei possibili scenari alternativi, per un non-specialista, al fine di illustrare quanto è avversa la politica d’austerità. Le buone regole sono sacrosante. Ma il cittadino comunque invoca comportamenti, da parte dei leader, conformi alla diligenza del buon padre di famiglia. Nel marasma della globalizzazione, con il protrarsi della crisi, avendo noi perso la sovranità della moneta, sarebbe almeno sensato mirare all’autosufficienza alimentare. Una politica attenta, diligente, non imporrebbe ai governanti di fare quadrato a favore della produzione agricola del proprio paese?

Questa attenzione ad appannaggio del benessere collettivo, questa diligenza non è né riscontrabile, né tantomeno percepita. Ecco perché il disegno europeo, da sogno, si è trasformato in un incubo.

Antonio Fiorella

Fonti:
(1) http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-06/unicef-grecia-439mila-bambini-192328.shtml?uuid=AbZAS9JF
(2) http://blog.ilgiornale.it/foa/2012/06/20/crisi-euro-ecco-a-cosa-mirano/
(3) http://www.libreidee.org/2012/09/barnard-politica-della-carenza-dobbiamo-tornare-sudditi/
(4) http://www.asca.it/news-Spagna__Unicef__oltre_2_2_mln_bambini_vivono_sotto_soglia_poverta_-1205286-ATT.html
(5) http://lospergiuro.blogspot.it/2012/10/semi-proibiti-bruxelles-vieta-la-nostra.html

Tags: 9.Punto di riflessione

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