"La quota spropositata dei pochissimi che hanno un’influenza intellettuale è ancora più inquietante
della distribuzione iniqua della ricchezza."
(Nassim N. Taleb)

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Apollo e Valentina

Novembre 14th, 2008 · No Comments

Una storia che parte dalla A e si ferma in prossimità della Z.

In un pomeriggio piovoso di fine ottobre trovo rifugio presso l’Atelier Chagall. Valentina riflette fedelmente l’umore grigio autunnale. Mi spiega, quasi scusandosi, di essere sofferente… Non posso fare molto per la sua cervicale, ma come in un gioco di prestigio, appena iniziamo a parlare degli inizi di Apollo e Dioniso (A&D) il suo volto si rischiara.

Nella Grecia antica il ruolo della donna era piuttosto defilato. Bisognava salire sull’Olimpo degli dei o calarsi negli anfratti della mitologia per incontrare delle figure femminili. Domando quale ruolo si è ritagliata, Valentina Carrera, nell’associazione culturale A&D.

“Un giorno di Pasqua, doveva essere nel ’99, ero appena ritornata da Mosca, mi sono trovata a un concerto di De André. Ho conosciuto Virgilio alla Basilica di San Celso. Mi sono proposta come fotografa; avevo con me dei provini di un anno e mezzo trascorso in Russia.”

L’esperienza non è del tutto comune: “Focalizziamo meglio il momento storico?”

“Il presidente era Boris Ieltsin…” Continua. “Mi sono travata coinvolta, quasi trascinata senza rendermi conto. Stavo studiando regia al Teatro Libero…” Mi legge nel pensiero: era una vocazione? “Nel corso di quegli anni ho fatto di tutto: Belle Arti, Iconografia e Teologia a Mosca, stage di fotografia da Riccardo Bauer a Milano.”

Chiedo cos’altro rammenta dei primi anni, di parlarmi di persone o personaggi che sono passati nella scena, anche in senso figurato, lasciando un’impronta più o meno significativa. “A&D era il perno intorno al quale giravano artisti di ogni genere. L’essere noi stessi due artisti faceva da catalizzatore. Nel 2000-2001, in occasione di uno dei festivals Italia-Russia abbiamo ospitato sul palcoscenico (e anche nel nostro modesto appartamento), Leonid Maxisimov attore cinematografico. Altri nomi di spicco che abbiamo incontrato in quegli anni sono stati: Anatoly Slevnikov, Vladimir Danissenov, Mon Ovadia, Fabrizio De André.”

“Se volessimo indicare delle tappe nel vostro percorso, in quale modo potremmo procedere?”

“I luoghi dove siamo approdati e le cose fatte sono diversi, non sempre coincidono. Per semplificare si possono elencare i luoghi: la Basilica di San Celso (1998-2002), Atelier Chagall(dal 2003), la galleria Mirò (2005-2006) e infine la galleria Zamenhof (2008), come tanti momenti in cui la nostra attività ha avuto una evoluzione.” Parimenti, la semplificazione vede gli abbinamenti di spettacoli e mostre prevalentemente nel periodo in cui gli eventi culturali si svolgevano nella Basilica di San Celso, mentre successivamente le scelte sono state determinate dal loro campo artistico, con riferimento ai due principali dirigenti artisti e protagonisti delle iniziative A&D.

“Insomma,” cerco di sintetizzare, “scopro un caleidoscopio di personaggi, immagini ed eventi che si rincorrono… è questa la vera essenza della vostra associazione?”

Intanto è sopraggiunto Virgilio Patarini. Contrordine: “A&D sta per ‘la ragione e il sentimento’ – tutto ha una ragione tranne la ragione stessa.”

Ripercorrono insieme i primi anni di attività. Dal 1999 fino al 2002, ad ogni mostra era abbinato un recital. Accanto al teatro e all’allestimento di mostre è cominciata la realizzazione di cataloghi d’arte dei pittori e scultori che vi partecipavano. Ed è stato il passo verso l’editoria, che ha trovato in Valeria Volpati Carla l’esponente di spicco. Infatti la scrittrice aveva già pubblicato delle sue opere con gli editori Cheville e Guanda. In pratica con A&D ha rivissuto una nuova giovinezza riprendendo a scrivere in tarda età, dando alle stampe la trilogia: Finché morte non ci riunisca, Puoi baciare la sposa, Ecce ancilla Domini (tra le tante altre opere), prima di abbandonare la scena (è deceduta nel 2007). L’argomento conduce allo scultore Gino Cosentino (1916-2005), altro noto artista che non c’è più e che ha partecipato a delle mostre curate da loro.

Fuori continua a piovvigginare. A questo punto ho sollecitato i miei interlocutori a dare un colpo di reni alla nostra conversazione andando a cogliere qualche particolare di vita vissuta più leggero. Ho appreso, tra le righe e non poche esitazioni, della moglie di un noto musicista la quale, avendo pubblicato un romanzo autobiografico, pressata dai familiari si era precipitata in redazione a richiedere il ritiro dell’opera dalle librerie quand’era ancora fresca di stampa! Il libro tratteggiava il quadretto della propria esistenza nella piccante sequenza di quattro mariti, facendo la spola tra due continenti. Eppure la narrazione era firmata con un nome di penna: ancora lontana dalla soglia dei quarant’anni, ci aveva ripensato – forse voleva usufruire ancora per un po’ di anni, senza inibizioni, dell’intero campo libero.

Dal connubio libri e illustrazioni è nato un rapporto di contaminazione tra arte figurativa e scrittura che va nei dei sensi. Il libro-cofanetto I tarocchi dell’andata e del ritorno (racconti e altro / 2005), autore Mario Barsanti, è rappresentativo di questa simbiosi. Inoltre come non citare i libri La trama e l’ordito (romanzo breve / 2003) e la trilogia di poesie: I fiori del silenzio, Il taccuino rovesciato, Il Taccuino di Amleto, (2003-2006) dell’autore Virgilio Patarini? Qui tutto è immerso in uno stadio di amniotica beatitudine (e insieme, inquietudine) autogenerante; nella mente dove albergano più espressioni artistiche, il fenomeno sembra riconducibile a un caso di antropomorfismo mitologico.

Per ritornare con i piedi a terra, accenno una provocazione: “A&D è stato anche un porto di mare che ha dato vita alla rivista Zona Navigli e visto passare persone quali Alberto Figliolia (giornalista e poeta) , çlirim Muça (editore di Albalibri), Tiziano Sossi (critico cinematografico)… Dimentico qualcuno o qualcosa in particolare?” Apprendo che la rivista ha avuto vita breve, con soli tre numeri pubblicati nel 2004 e che “ogni lembo di mare ha sabbie vellutate, ma anche delle scogliere.”

Infatti nella vita associativa, dove approdano innumerevoli risorse di provenienze diverse, le più disparate, spesso s’incontrano e si scontrano un coacervo di passioni creative e di bisogni che non sempre riescono a coesistere. Resta la testimonianza che ogni iniziativa diffonde intorno a sé una molteplicità di piccolissimi semi che poi nascono e si sviluppano.

Siamo giunti intorno all’area Z, che è una realtà ancora troppo recente e palpitante per discettarne. Chissà quale sorprese culturali saprà sviluppare nel tempo. Intanto sorge spontaneo l’interrogativo: in quale babele di nuovi e vecchi linguaggi ci si è cacciati, andando a parare dalle parti di via Zamenhof?

Antonio Fiorella

Tags: 2.Frammenti di storie quasi personali

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